9 Gli occhi di quell’empio si riempivano di vermi e le sue carni, mentre lui era ancora in vita, gli cadevano a pezzi tra atroci dolori. Puzzava tanto che tutto l’esercito era stomacato dalla nausea che gli faceva venire quel putridume.
10 Poco prima Antioco credeva di poter raggiungere le stelle del cielo; ora nessuno resisteva a stargli vicino, tanto era insopportabile il suo fetore.
11 A quel punto, tutto coperto di ferite, Antioco cominciò a mettere da parte tutta la sua superbia. Tormentato dal dolore, che non gli dava tregua, cominciò a vedere le cose nella loro giusta luce e capì che era Dio a castigarlo.
12 Non riusciva più nemmeno lui a sopportare il fetore che emanava. Alla fine riconobbe: «È giusto sottomettersi a Dio. Nessun mortale può pretendere di essergli uguale!».
13 Quel maledetto si mise allora a pregare il Signore, ma il Signore non poteva più avere misericordia di lui.Antioco promise
14 al Signore di dichiarare libera Gerusalemme, la città santa, dove prima voleva recarsi con tanta fretta per raderla al suolo e farne una fossa di cadaveri.
15 Prima pensava che gli Ebrei non erano degni di sepoltura, ma buoni soltanto a servire da cibo agli uccelli rapaci o a essere gettati in pasto alle belve, essi e i loro bambini. Ora, invece, si impegnò a dare agli Ebrei gli stessi privilegi che godevano gli Ateniesi.