5 — Che cosa ti succede?— Sono una povera vedova in lutto, — rispose; — mio marito è morto.
6 Avevo due figli. Essi un giorno litigarono in campagna: non c’era nessuno che li separasse, così uno ha colpito l’altro e l’ha ucciso.
7 Allora, o mio re, i parenti sono corsi da me a dirmi: «Consegnaci l’assassino: dobbiamo ucciderlo per vendicare il fratello che ha ammazzato; dobbiamo impedire che diventi lui l’erede». Così, o mio re, spegneranno l’ultima speranza che mi resta, lasceranno il mio povero marito senza un figlio che continui il suo nome.
8 — Torna a casa tranquilla, — rispose Davide, — darò disposizioni per il tuo caso.
9 — Mio signore, — replicò la donna di Tekoa, — ogni responsabilità ricada su di me e sulla mia famiglia, non su di te e sulla tua corte.
10 — No, — rispose il re; — se qualcuno avrà da dire qualcosa contro di te, mandalo qui e non ti infastidirà più.
11 — Allora — continuò la donna — in nome del Signore tuo Dio, ordina che la vendetta di sangue non aggravi la disgrazia e che non sia ucciso anche l’altro mio figlio.— Lo giuro per il Signore, — rispose Davide. — Non permetterò che si tocchi un capello a tuo figlio.