3 E così cominciò a preoccuparsi.
4 Sua moglie Anna diceva già: «Mio figlio è morto! Ormai non è più tra i vivi!». E si metteva a piangere e far lamenti sul figlio:
5 «Povera me! perché ti ho lasciato partire, figlio mio, luce dei miei occhi!».
6 Tobi le diceva:— Non dire queste cose, cara! Tobia sta bene. Avranno avuto qualche imprevisto! E poi c’è un uomo fidato che lo accompagna, un Israelita come noi. Non tormentarti per lui, cara! Non tarderà ad arrivare!
7 Ma lei gli ribatteva:— Stai almeno zitto con me! Non cercare di ingannarmi: mio figlio è morto!E ogni mattina usciva presto di casa, andava sulla strada dalla quale era partito suo figlio e rimaneva là ad aspettare, gli occhi fissi in lontananza. Tornava a casa soltanto al tramonto del sole e poi passava la notte a piangere e a gemere, senza più prendere sonno.
8 Passarono i quattordici giorni della festa che Raguele si era impegnato a dare per le nozze di sua figlia.Tobia andò da lui e gli disse:— Lasciami partire adesso! Sono sicuro che a quest’ora mio padre e mia madre hanno ormai perso la speranza di rivedermi! Ti prego, padre! Lasciami partire, perché voglio tornare dai miei genitori. Ti avevo detto come avevo lasciato mio padre alla mia partenza!
9 Raguele disse:— Fermati ancora un po’, figlio. Resta ancora qui con noi. Io manderò messaggeri a informare tuo padre!Ma Tobia insistette:— No, ti prego! Lasciami partire e tornare da mio padre!