Tobia 3:1-7-8 TILCD

1 Quelle parole mi fecero male e mi misi a piangere sconsolato. E tra le lacrime cominciai a pregare:

2 «Tu sei giusto, Signore,ed è giusto tutto quel che fai.Sei buono e fedele nei tuoi progettie sei giudice del mondo.

3 Ma ora ricordati di me, Signore,e guardami con bontà.Non punirmi per i peccati e per le colpeche io e i miei padri abbiamo commesso.

4 Tu ci hai abbandonatiperché abbiamo disubbidito ai tuoi comandamenti.E così siamo stati saccheggiati,portati in esilio e messi a morte.Siamo finiti derisi e insultati da tutti i popoliin mezzo ai quali tu ci hai dispersi.

5 Certo, la tua condanna è giusta, Signore,se ci fai scontare i nostri peccati:abbiamo disubbidito ai tuoi comandamentie non ti siamo stati fedeli.

6 Oggi fa’ pure di me quel che ritieni giusto,fammi morire:ordina che sparisca dalla faccia della terrae diventi polvere.Per me, infatti, è preferibile morire piuttosto che vivere.Sono stato insultato a torto,e questo mi procura un immenso dolore.Liberami da questa angoscia, Signore,e fammi passare al mondo eterno.Non voltarmi la tua faccia, Signore!Per me è appunto meglio morire,che sopportare un’angoscia così grandee sentirmi insultare per tutto il resto della mia vita».

7-8 Ma quello stesso giorno, anche qualcun altro doveva sentirsi rimproverare ingiustamente: era Sara, figlia di Raguele, che abitava a Ecbàtana, in Media.Suo padre le aveva dato marito già sette volte. Ma ognuno di loro, prima ancora di unirsi a lei come si fa con una donna, moriva. Infatti veniva ucciso da ∆Asmodeo, un demonio cattivo.Ma quel giorno, una delle serve di suo padre le aveva detto: «∆Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti! Ti sei già sposata con sette uomini, ma non hai portato il nome di nemmeno uno di loro.