6 Consegnò la lettera al re d’Israele. C’era scritto: «Con questa lettera ti presento il mio servitore Naamàn: guariscilo dalla sua malattia».
7 Lette queste parole, preoccupato, il re d’Israele si strappò i vestiti. Esclamò: «Questo mi manda uno perché io lo guarisca. Come se io fossi un dio e avessi il potere di far vivere o morire! È chiaro; cerca un pretesto contro di me! Lo vedete anche voi».
8 Quando il profeta Eliseo venne a sapere che il re si era strappato i vestiti, gli mandò a dire: «Perché fai così? Se quell’uomo viene da me, si accorgerà che in Israele c’è un profeta!».
9 Naamàn andò a casa di Eliseo, con i suoi cavalli e i suoi carri, e si fermò sulla porta.
10 Eliseo mandò un messaggero a dirgli:— Va’ al fiume Giordano: immergiti sette volte nelle sue acque. Il tuo corpo tornerà sano e tu sarai purificato.
11 Naamàn se ne andò furibondo, dicendo:— Io pensavo: a uno come me il profeta verrà certamente incontro; poi pregherà il suo Dio, il Signore, toccherà con la mano la parte malata e farà sparire il mio male.
12 I fiumi di Damasco, l’Abanà e il Parpar, sono certamente migliori di tutti i corsi d’acqua d’Israele. Per essere purificato, non bastava immergersi nelle loro acque?Naamàn si voltò e se ne andò furibondo.