Giobbe 29 NR06

Ultima replica di Giobbe: prosperità e felicità del passato

1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

2 «Oh, potessi tornare come ai mesi di una volta, come ai giorni in cui Dio mi proteggeva,

3 quando la sua lampada mi risplendeva sul capo e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!

4 Oh, fossi com’ero ai giorni della mia maturità, quando Dio vegliava amico sulla mia tenda,

5 quando l’Onnipotente stava ancora con me e avevo i miei figli intorno a me;

6 quando mi lavavo i piedi nel latte e dalla roccia mi fluivano ruscelli d’olio!

7 Se uscivo per andare alla porta della città e mi facevo preparare il seggio sulla piazza,

8 i giovani, al vedermi, si ritiravano, i vecchi si alzavano e rimanevano in piedi;

9 i notabili cessavano di parlare e si mettevano la mano sulla bocca;

10 la voce dei capi diventava muta, la lingua si attaccava al loro palato.

11 L’orecchio che mi udiva mi diceva beato; l’occhio che mi vedeva mi rendeva testimonianza,

12 perché salvavo il misero che gridava aiuto e l’orfano che non aveva chi lo soccorresse.

13 Scendeva su di me la benedizione di chi stava per perire, facevo esultare il cuore della vedova.

14 La giustizia era il mio vestito e io il suo; la rettitudine era come il mio mantello e il mio turbante.

15 Ero l’occhio del cieco, il piede dello zoppo;

16 ero il padre dei poveri, studiavo a fondo la causa dello sconosciuto.

17 Spezzavo la ganascia al malfattore, gli facevo lasciare la preda che aveva fra i denti.

18 Dicevo: “Morirò nel mio nido, moltiplicherò i miei giorni come la sabbia;

19 le mie radici si stenderanno verso le acque, la rugiada passerà la notte sui miei rami;

20 la mia gloria sempre si rinnoverà, l’arco rinverdirà nella mia mano”.

21 I presenti mi ascoltavano fiduciosi, tacevano per udire il mio parere.

22 Quando avevo parlato, non replicavano; la mia parola scendeva su di loro come una rugiada.

23 Mi aspettavano come si aspetta la pioggia; aprivano larga la bocca come a un acquazzone di primavera.

24 Io sorridevo loro quando erano sfiduciati; non potevano oscurare la luce del mio volto.

25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo; ero come un re tra le sue schiere, come un consolatore in mezzo agli afflitti.

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