Giobbe 6 DO885

Giobbe giustifica i suoi lamenti, brama la morte, accusa i suoi amici d'incostanza, d'ingiustizia e di durezza di cuore; e, ricordando la brevità della vita, domanda a Dio sollievo e perdono

1 E GIOBBE rispose e disse:

2 Fosse pur lo sdegno mio ben pesato,E fosse parimente la mia calamità levata in una bilancia!

3 Perciocchè ora sarebbe trovata più pesante che la rena del mare;E però le mie parole vanno all'estremo.

4 Perchè le saette dell'Onnipotente sono dentro di me,E lo spirito mio ne beve il veleno;Gli spaventi di Dio sono ordinati in battaglia contro a me.

5 L'asino salvatico raglia egli presso all'erba?Il bue mugghia egli presso alla sua pastura?

6 Una cosa insipida si mangia ella senza sale?Evvi sapore nella chiara ch'è intorno al torlo dell'uovo?

7 Le cose che l'anima mia avrebbe ricusate pur di toccareSono ora i miei dolorosi cibi.

8 Oh! venisse pur quel ch'io chieggio,E concedessemi Iddio quel ch'io aspetto!

9 E piacesse a Dio di tritarmi,Di sciorre la sua mano, e di disfarmi!

10 Questa sarebbe pure ancora la mia consolazione,Benchè io arda di dolore, e ch'egli non mi risparmi,Che io non ho nascoste le parole del Santo.

11 Quale è la mia forza, per isperare?E quale è il termine che mi è posto,per prolungar l'aspettazione dell'anima mia?

12 La mia forza è ella come la forza delle pietre?La mia carne è ella di rame?

13 Non è egli così che io non ho più alcun ristoro in me?E che ogni modo di sussistere è cacciato lontan da me?

14 Benignità dovrebbe essere usata dall'amicoinverso colui ch'è tutto strutto;Ma esso ha abbandonato il timor dell'Onnipotente,

15 I miei fratelli mi hanno fallito, a guisa di un ruscello,Come rapidi torrenti che trapassano via;

16 I quali sono scuri per lo ghiaccio; E sopra cui la neve si ammonzicchia;

17 Ma poi, al tempo che corrono, vengono meno,Quando sentono il caldo, spariscono dal luogo loro.

18 I sentieri del corso loro si contorcono,Essi si riducono a nulla, e si perdono.

19 Le schiere de' viandanti di Tema li riguardavano,Le carovane di Seba ne aveano presa speranza;

20 Ma si vergognano di esservisi fidati;Essendo giunti fin là, sono confusi.

21 Perciocchè ora voi siete venuti a niente;Avete veduta la ruina, ed avete avuta paura.

22 Vi ho io detto: Datemi,E fate presenti delle vostre facoltà per me?

23 E liberatemi di man del nemico,E riscuotetemi di man de' violenti?

24 Insegnatemi, ed io mi tacerò;E ammaestratemi, se pure ho errato in qualche cosa.

25 Quanto son potenti le parole di dirittura!E che potrà in esse riprendere alcun di voi?

26 Stimate voi che parlare sia convincere?E che i ragionamenti di un uomo che ha perdutaogni speranza non sieno altro che vento?

27 E pure ancora voi vi gittate addosso all'orfano,E cercate di far traboccare il vostro amico.

28 Ora dunque piacciavi riguardare a me,E se io mento in vostra presenza.

29 Deh! ravvedetevi; che non siavi iniquità;Da capo, il dico, ravvedetevi, io son giusto in questo affare.

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